Brian McClellan
The Powder Mage
Promise of Blood
The Crimson Campaign
The Autumn Republic

(01/06/2015)

 

 

The Age of Kings is dead . . . and I have killed it.
It's a bloody business overthrowing a king...
Field Marshal Tamas' coup against his king sent corrupt aristocrats to the guillotine and brought bread to the starving. But it also provoked war with the Nine Nations, internal attacks by royalist fanatics, and the greedy to scramble for money and power by Tamas's supposed allies: the Church, workers unions, and mercenary forces.

'The hounds at our heels will soon know we are lions' Field Marshal Tamas's invasion of Kez has ended in disaster. Stranded behind enemy lines and hounded by the enemy's finest, Tamas must lead his remaining men on a reckless retreat through northern Kez to safety. In Adro, Inspector Adamat wants only to rescue his wife. To do so, he must hunt down and confront the enigmatic Lord Vetus - but the truth he learns is far darker than he could have imagined. The god Kremsimir wants the head of Tamas's son, Taniel - the man who shot him in the eye. With Tamas and his powder mages presumed dead, only Taniel can lead the charge against the vengeful god and his invading army.

 

In a rich, distinctive world that mixes magic with technology, who could stand against mages that control gunpowder and bullets?
The capital has fallen...
Field Marshal Tamas returns to his beloved country to find that for the first time in history, the capital city of Adro lies in the hands of a foreign invader. His son is missing, his allies are indistinguishable from his foes, and reinforcements are several weeks away.
An army divided...
With the Kez still bearing down upon them and without clear leadership, the Adran army has turned against itself. Inspector Adamat is drawn into the very heart of this new mutiny with promises of finding his kidnapped son.
All hope rests with one...
And Taniel Two-shot, hunted by men he once thought his friends, must safeguard the only chance Adro has of getting through this war without being destroyed...
The Autumn Republic is the epic conclusion that began with Promise of Blood and The Crimson Campaign.

Una trilogia fantasy con spiccate caratteristiche di originalità che potrebbero anche far storcere la bocca a chi è abituato agli emuli di Tolkien o al massimo al neo-feudalesimo di George R.R. Martin, che chi ormai non lo conosce?
Qui non ci sono Elfi, Nani, Orchi e nemmeno giovani inconsapevoli di dover salvare il mondo, non ci sono mostri più o meno mitologici o razze semiumane, ma c'è tanta magia, e anche magie diverse che hanno i loro vantaggi e svantaggi, con aggiunto qualche Dio in carne ed ossa. Ci sono le spade, poche e realistiche, ma non le asci pipenne impossibili da usare... in compenso ci sono cannoni, pistole, moschetti e tante, tantissime baionette che vengono usate in un numero veramente grande di battaglie campali, tutte molto ben descritte. L'ambientazione di romanzi fantasy in società in cui si è arrivati almeno al livello tecnologico della polvere da sparo e della capacità industriale di sviluppare le relative armi da fuoco non è ormai più una novità, e basta aver letto
L.E. Modesitt Jr e Django Wexler, ma Brian McClellan con questa sua opera prima riesce ad andare un passo più avanti.
In un mondo che non è la Terra, ma è popolata da esseri sostanzialmente umani, la parte diciamo conosciuta è costituita da nove Regni. Nel corso della storia si viene a sapere che questa suddivisione è stata "imposta" da un Dio, Kresimir, con l'aiuto dei suoi fratelli ognuno dei quali è diventato il protettore di uno dei regni, per porre rimedio ai disastri generati dalle continue guerre tra gli effimeri potentati precedenti. Con il passare degli anni gli Dei hanno abbandonato questo mondo vagando per il cosmo, ma l'ordine da loro imposto è rimasto immutato, con le varie dinastie di Re sempre al governo dei diversi paesi. Un elemento importante per questa stabilità gerarchica è la presenza di diversi individui dotati di potere diciamo magico.
L'apparato magico costruito da McClellan è uno degli aspetti più originali della storia, anche se non ci sono, a ben guardare, innovazioni particolarmente significative come invece ritengo sia stata l'allomanzia dei Mistborn di Sanderson. Qui è l'intera struttura che è accurata e complessa, e sostanzialmente molto ben gestita nel corso della narrazione, anche se ovviamente diverse ingenuità e qualche esagerazione sono inevitabili presenze in un'opera prima.
La magia è basata sulla capacità di certi individui di accedere ad un livello di realtà superiore attraverso quello che viene chiamato il Terzo Occhio, livello in cui le capacità magiche diventano evidenti. Ci sono tre gradi di magia conosciuti nei Nove Regni: i Dotati hanno delle specifiche abilità, a volte banali ma a volte anche molto importanti, come la memoria totale di Adamat, uno dei personaggi principali dell'intera trilogia, che lo rende un insuperabile investigatore. I Segnati, che sono quelli che danno il titolo alla trilogia stessa, sono invece i Maghi della Polvere da sparo, la cui assunzione esalta i loro sensi e dà loro una forza decisamente superiore. Ma possono anche farla detonare a distanza con la semplice volontà, ed indirizzarne l'effetto per dirigere i proiettili con forza molto maggiorata. Al vertice della struttura magica ci sono i Privilegiati, che possono accedere direttamente alle energie del livello superiore e trasferirle nel mondo reale. I cinque elementi su cui possono lavorare sono aria, acqua, fuoco, terra e etere, e ogni mago ha un potere speciale per uno di questi elementi. Ognuno dei Re ha riunito un gruppo di Privilegiati particolarmente potenti, le Cabale regie, a difesa della propria autorità e del regno stesso. Il controllo di questo potere è uno degli elementi di stabilizzazione delle varie dinastie, ma un altro altrettanto forte è l'esistenza di una Chiesa ricca e potente, trasversale ai Regni, che ha in Kresimir il proprio Dio e nei suoi diversi fratelli i Santi protettori dei vari Regni.
In questa ambientazione, che verrà scoperta dal lettore poco alla volta, la vicenda inizia in modo drammatico e violento: l'Ispettore Adamat, che svolge ora indagini private, viene chiamato nel cuore della notte al Palazzo Reale nella città di Adopest, la capitale del Regno di Adro, dal Generale Tamas che ha appena compiuto un colpo di stato, catturando il Re e trucidando l'intera Cabala Reale di potenti Privilegiati. Tamas ha potuto permettersi una tale impresa perché oltre ad essere a capo dell'intero esercito regio, è lui stesso un potente Mago della Polvere e ha riunito intorno a sè un gruppo di maghi addestrandoli e sviluppando le loro capacità, formando una Cabala personale dotata di questo tipo di magia e unica nel suo genere. In effetti quelli riuniti da Tamas sono praticamente gli unici Maghi della Polvere esistenti ufficialmente, perché la loro presenza è considerata pericolosa da parte dei Privilegiati e quindi perseguitati in tutti gli altri Regni.
La convocazione di Adamat è tesa a chiarire il significato di una enigmatica frase che i membri della Cabala Reale hanno pronunciato in punto di morte e che può essere una minaccia per il futuro della rivolta.
Le ragioni per il colpo di stato sono abbastanza patriottiche, e la descrizione del carattere e della politica del Re e dei suoi Privilegiati sufficientemente ripugnanti da far subito scegliere al lettore la parte di Tamas, anche senza avere ancora una comprensione globale delle forze in gioco e nemmeno di tutti i personaggi principali.
McClennan sviluppa la storia attraverso un gran numero di sottotrame, forse anche troppe, che porta avanti sostanzialmente in parallelo, ma il nocciolo della vicenda è il tentativo da parte di Tamas e di suo figlio Taniel "Due-colpi" di perseguire il progetto di una Repubblica senza cadere in una guerra con tutti gli altri Regni e cercando di evitare la vendetta di Kresimir, che alcune forze rimaste per lungo tempo nell'ombra vorrebbero evocare nuovamente. Il primo volume è sostanzialmente un dispiegamento delle varie parti in conflitto, e porta alla soluzione dell'enigma da cui la storia ha inizio.
In una recensione come questa, è inevitabile la presenza di qualche anticipazione della trama (spoiler), ma voglio tenerla veramente al minimo, per cui cercherò di non dirne più niente e di passare ad alcune considerazioni generali con qualche osservazione sullo stile di scrittura di Brian McClellan.
Come ho detto prima, la storia è suddivisa in un gran numero di sottotrame, che vengono seguite in parallelo. Questo comporta un continuo cambio di Punto di Vista (PoV), anche all'interno di ogni capitolo, perché McClellan segue i vari PoV in modo più o meno temporale, per cui i vari capitoli sono sostanzialmente delle scene globali separate da divisioni o temporali o logiche, mentre tutti gli avvenimenti delle varie sottotrame sono descritti all'interno dello stesso capitolo. Ma McClellan è un allievo della scuola di scrittura di Orson Scott Card, e quindi sa gestire bene questa sua scelta narrativa, per cui ogni salto di PoV all'interno di ogni capitolo non è solo segnalato da un salto di riga, aspetto che sarebbe fondamentale ma che con l'avvento degli ebook e i passaggi da un formato ad un altro potrebbe essere completamente perso, ma il cambio di PoV è riconoscibile dalle prime parole stesse del nuovo paragrafo, e non c'è mai alcuna possibilità di confusione. McClellan non fa alcun cenno a questo aspetto, ma è chiaro che ne è stato ben cosciente e ne ha curato la gestione. Questo saltare continuamente da una sottotrama all'altra in uno stesso capitolo differenzia molto lo stile narrativo di McClellan da quello che sta diventando lo standard del Fantasy moderno, e ne fa un caso particolare, grazie alla sua capacità di gestire in modo efficace questo continuo alternarsi di PoV.
A parte questo aspetto, la narrativa di McClellan obbidisce molto ai canoni moderni, perché la presentazione dei fatti come avvengono, la descrizione delle azioni dei vari personaggi, l'interpretazione della loro volontà sostanzialmente attraverso quello che fanno è la base della sua tecnica narrativa. I personaggi principali, e sono molti, sono estremamente curati nella loro complessità psicologica, e hanno tutti un retroterra storico che ne giustifica completamente le azioni di oggi.
Non tutto però gli riesce perfettamente, e ad esempio il Taniel del secondo volume è un personaggio che a volte sembra irreale, con una incapacità a comprendere i veri rapporti di forza che lo circondano, specialmente il suo rapporto con Ka-poel, una selvaggia di una popolazione esterna ai Nove Regni il cui potere magico, del tutto diverso da quello conosciuto, è la ragione della sua stessa sopravvivenza.
Devo dire che Taniel non è l'unico personaggio incontrato nei romanzi fantasy che ha un rapporto molto difficile con donne che hanno potere, fosse anche solo quello femminile. Ho l'impressione che sia un problema comune a molti autori fantasy il non saper gestire al meglio questo aspetto.
Ma al di là del fatto che nel secondo volume, in cui ha un ruolo molto fondamentale, Taniel sembra spesso comportarsi da ingenuo che non capisce completamente le forze in gioco, e che poi, alla luce della conclusione di tutta la storia, questo giudizio non appare del tutto sbagliato, rimane un personaggio veramente ben descritto, specialmente se alcuni difetti che si possono cogliere sono stati voluti dall'autore, e non casuali.
Uno degli aspetti più positivi di questa trilogia è il completo controllo che l'autore ha dello sviluppo delle tante sottotrame di cui ha arricchito la narrazione. Alla fine della trilogia tutto è risolto e tutto è spiegato, almeno per gli aspetti essenziali che interessano fortemente il lettore.
McClellan ha nel frattempo scritto altre sei opere brevi, tra racconti e novelle, che spaziano nello stesso mondo e chiariscono aspetti su cui ha sorvolato nella trilogia principale. Non li ho ancora letti, ma sono in lista di attesa sul mio Kobo.
In questa trilogia abbondano le battaglie, e non mancano nemmeno gli scontri individuali. La loro descrizione è davvero di ottimo livello, da non far rimpiangere il migliore Abercrombie, con in più il fatto che non si tratta di scontri selvaggi all'arma bianca, ma di manovre coordinate di squadre di soltati armati di moschetto ed appoggiati da artiglieria pesante, di assedi a fortezze e di difese delle stesse. Il meglio che si può leggere dopo Wexler, con qualche tocco di verisomiglianza in più.
Come ho accennato all'inizio, non mancano degli aspetti di ingenuità, e sarebbe davvero difficile non ci siano in un'opera prima, e qua e là qualche incongruenza non ben spiegata. Assolutamente niente che ne limiti la qualità, ma che la fa solo essere un'ottima opera narrativa e non ancora un capolavoro.
Se devo identificare il difetto principale, direi che è tutto troppo eccessivo. Sembra di vivere in un mondo travolto dal frastuono, da quello dei cannoni a quello del crollo di edifici e montagne, sotto l'azione delle cannonate e della magia dei Privilegiati, sempre accompagnata da gran rumore. È una magia estremamente potente, e non è molto chiaro perché venga usata così poco. È vero che ad usarla i Privilegiati si stancano, ma non sembra essere un vero limite, potrebbero fare molto di peggio. Devo riconoscere a McClellan di aver descritto la società in modo abbastanza realistico, per quello che è possibile dati i presupposti. Le dinastie regnanti offrono tutto lo spettro del comportamento umano da parte di chi è sicuro della intoccabilità della propria posizione, garantita dagli Dei fondatori, e i Preferiti sono un insieme di arroganti e presuntuosi, amanti del lusso e degli stravizi, e questo vale anche per i "buoni", troppo sicuri del proprio potere.
In ogni caso, con le sue ingenuità e i suoi difetti, è una trilogia che si legge con molto piacere, e chissà se si avrà una edizione italiana.

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